Transumanza

L’Unione Coltivatori Italiani, in linea con la propria mission di salvaguardia delle radici del mondo rurale, sostiene l’antica pratica della transumanza ed è Partner strategico nel partenariato internazionale del programma “Terre Rurali d’Europa T.R.E. “, di cui l’Uci è Partner strategico, avente ad oggetto la valorizzazione dei Tratturi, delle Vie dell’allevamento e delle Grandi Vie delle Civiltà della Transumanza.  

La candidatura transnazionale della Transumanza come Patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco è stata presentata ufficialmente il 27 marzo del 2018 a Parigi. L’Italia è stata capofila della candidatura, assieme alla Grecia, all’Austria, alla Spagna, alla Francia, l’Albania, il Portogallo, la Norvegia e la Svezia. 

Unica organizzazione agricola all’interno del progetto, l’Uci è sottoscrittore della candidatura al tavolo Unesco, partner strategico della Transumanza e socio  della Fondazione ETS Popoli e Territori, accanto al GAL “Asvir MoliGal”. Presente anche la FAO, con la piattaforma Mondiale del Pastoralismo, l’Associazione “Trashumancia y Naturaleza” spagnola e “Vivi Appennino” promotrice dell’Appennino Bike Tour.

D’Annunzio ne parlava già nel 1903, con rispetto e considerandola quasi un destino ineluttabile. Oggi la praticano in pochissimi. La transumanza è una delle prassi tipiche della pastorizia tradizionale, è lo spostamento periodico delle greggi dai pascoli primaverili-estivi in quota a quelli autunnali-invernali delle pianure più miti; serve ad assicurare al bestiame un buon pascolo ed un clima ottimale per tutto l’arco dell’anno.

Può essere orizzontale e verticale. La prima è tipica delle zone del Mediterraneo, più precisamente di quelle regioni nelle quali si alternano zone montuose e pianure che possono offrire un buon pascolo in autunno, inverno e primavera. Quella verticale è detta anche alpina, poiché viene effettuata lungo tutto l’arco alpino a quote e dislivelli significativi. In inverno e primavera, il bestiame pascola a fondovalle e viene foraggiato nelle stalle.

Dalla fine di giugno, invece, viene fatto migrare nelle zone di alpeggio dove rimarrà fino a settembre inoltrato.

La transumanza si pratica fin dal III secolo a.C. e ha investito per molti secoli tutta l’Europa meridionale e buona parte del bacino del Mediterraneo. Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Carpazi, Balcani e Italia sono i Paesi in cui veniva praticata con regolarità. In Italia, in particolare in AbruzzoMolise e Puglia, con estensioni verso il Gargano e le Murge; si facevano migrare gli animali dai pascoli in quota dei monti abruzzesi e molisani, a quelli più verdeggianti del Tavoliere delle Puglie e del Gargano. E’ la pratica che l’Unione Coltivatori Italiani sostiene con convinzione.

I Borboni dedicarono addirittura due Istituzioni alla sua gestione: la Regia Dogana della Mena delle Pecore di Foggia e la Doganella d’Abruzzo. La transumanza avveniva lungo le strade pubbliche ed i tratturi, le strade che venivano percorse per spostarsi stagionalmente in aree di pascolo diverse. Costellati di corsi d’acqua, aree di riposo e di stazionamento, dove le greggi potevano sostare fino a 3 giorni e 3 notti consecutivi.

Oggi sopravvive in alcune zone dell’Italia meridionale ed insulare. Soprattutto in Sardegna (Sardinia Parco Rurale con il Progetto SA.P.R.E) di la transumanza costituisce un modello per coniugare turismo e sviluppo rurale dei territori. Un percorso che lega gli operatori locali, le istituzioni, la popolazione e l’Unione Coltivatori Italiani, che ha sempre creduto in un modello di sviluppo partecipato, basato sulle tradizioni e sulla nostra storia.

I tratturi sono diventati cammini e percorsi di trekking molto apprezzati dagli escursionisti. Un’occasione per scoprire territori e viaggiare, magari a piedi, in maniera lenta, insolita e originale, senza tralasciare il contatto con le piccole comunità locali che si incontrano nel cammino, le loro tradizioni, il loro cibo.

L’esigenza di alimentare 9 miliardi di persone in un futuro ormai prossimo, con continue pressioni sulle risorse naturali della Terra, il clima, la salute ed il benesser, per persone ed animali, rappresentano grandi sfide per la bio-economia e l’agricoltura sostenibile.

L’Uci crede che l’agricoltura debba assumere un ruolo di rilievo come elemento di propulsione economica e sociale, non solo per il contrasto al fenomeno dello spopolamento delle aree rurali, ma anche nella gestione delle risorse naturali, del patrimonio paesaggistico e nella produzione alimentare, tipica e non, sempre più orientata alla qualità, alla ricerca di eccellenza ed alla competitività. L’esigenza è, dunque, una nuova cultura del lavoro, del fare impresa, per un nuovo approccio alle professioni. 

Questa proposta giunge in un momento cruciale per la crescita e l’occupazione al Sud, a rimarcare l’esigenza di rinvigorire gli investimenti in questa parte del Paese che mostra segni inequivocabili di ritardi ed omissioni. 

La transumanza rappresenta un’iniziativa per creare crescita economica e demografica, un attrattore che poggia su investimenti infrastrutturali materiali ed immateriali che gravitano attorno ad hubs e poli smart di sviluppo locale, atti a realizzare un sistema innovativo di clusters interconessi per accelerare lo sviluppo di attività economiche localizzate ed interdipendenti. 

Clicca qui per vedere l’intervento del presidente Mario Serpillo al Tg3 Molise del 24 maggio 2019 

Clicca qui per l’intervista del presidente Mario Serpillo a Tg Videolina

 

 

 

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