L’Italia dice no, un no deciso al Glifosato. Il Ministro Martina e quello della Salute Lorenzin, hanno annunciato l’orientamento contrario dei loro ministeri alla riconferma dell’uso della sostanza attiva Glyphosate in ambito europeo. La delicata questione verrà discussa dai Paesi membri questa settimana al comitato permanente sui fitofarmaci.
Ricordiamo che il glifosato è un erbicida molto diffuso sul quale gli esperti si dividono ancora: l’Oms, un anno fa, aveva classificato il glifosato – l’erbicida più diffuso al mondo – come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”. E su questa opinione si allinea pure la Francia, a sua volta contraria all’utilizzodell’erbicida.
Di parere opposto l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare di Parma, che a novembre aveva dichiarato poco probabile che la sostanza possa avere conseguenze tossiche per il Dna o aumenti il rischio di cancro negli uomini.
La Commissione Europea – chiamata nei prossimi giorni a rinnovare il permesso per l’utilizzo dell’erbicida nel territorio dell’Ue per altri 15 anni – è già sotto contestazione. Trentadue gruppi ambientalisti italiani, riuniti nel movimento “Stop glifosato”, hanno scritto all’esecutivo di Palazzo Chigi chiedendogli di schierarsi per il divieto.
Sulla decisione di Bruxelles potrebbe però pesare la notizia del ritrovamento di alcune tracce dell’erbicida nelle 14 marche di birra tedesche più vendute.Il glifosato è l’erbicida più diffuso, con 8,6 miliardi di chilogrammi spruzzati nel 2014 sui campi di tutto il mondo.