Il consumo di cibo ultra processato è in aumento nel mondo; nuove ricerche mettono in evidenza la relazione con lo sviluppo di cancro ai polmoni, ed il conseguente rischio di innescare una dipendenza da alimenti ultra lavorati assimilabile a quella da sostanze.

I numeri dell’emergenza
Uno studio pubblicato sulla rivista “Thorax” e su “Pubmed” indica come un maggiore consumo di alimenti ultra processati (UPF) sia associato a un aumento del rischio di cancro ai polmoni.
Dunque non solo fumo e inquinamento, tra i fattori che incrementerebbero il rischio di cancro ai polmoni; una importante parte di responsabilità deriverebbe dalla dieta alimentare.
Sono oltre 7000 i morti al giorno associati al consumo di Upf ed ora l‘Unione Europea valuta una nuova imposta su alimenti ricchi di zuccheri, grassi e sale. Il commissario alla Salute Várhelyi apre alla proposta, a patto che i proventi siano vincolati alla sanità pubblica.
Italia non immune
Dai rischi non sono esenti neppure i paesi della dieta mediterranea, con l’Italia che ha toccato il record di 34 miliardi per il settore ultra processato. Nel mentre negli Usa, dove il consumo ha raggiunto livelli “epidemici” con oltre il 50% delle calorie giornaliere costituito da prodotti ultra processati, la Casa Bianca lavora ad un nuovo programma volto a contrastare l’uso di alimenti UPF., dal nome “Make America Healthy again”.
Lo studio, realizzato su un campione di oltre 100.000 adulti di età compresa tra 55 e 74 anni, evidenzia difatti come i consumatori con un’alimentazione ricca di cibi e bevande ultra lavorati (caratterizzati da una abbondanza di zucchero, sale, grassi saturi e additivi per prolungare la durata di conservazione) siano soggetti ad un rischio maggiore del 41% di sviluppare il cancro ai polmoni rispetto a quelle che hanno una dieta a basso contenuto di alimenti ultra processati.

Cibo e dipendenza
Sebbene la dipendenza da alimenti ultra lavorati non sia formalmente riconosciuta dai sistemi di classificazione medica, alcune ricerche e articoli pubblicati di recente su “Nature Medicine” evidenziano come alcuni alimenti possano innescare comportamenti di dipendenza coerenti con i disturbi da uso di sostanze (SUD).
Il consumo di cibi ultraprocessati sta aumentando a livello globale e ha raggiunto oltre il 50% dell’apporto calorico giornaliero nel Regno Unito e negli Stati Uniti, e studi su larga scala hanno suggerito un’associazione tra un maggiore consumo di UPF e un aumento del rischio di malattie cardiometaboliche, cancro e mortalità.
Oltre 7.000 morti al giorno
Quattro segmenti aziendali – tra cui gli alimenti ultra-processati insieme a tabacco, alcol e fossili – causano 19 milioni di morti all’anno a livello globale, ovvero il 34% di tutti i decessi. Nella sola regione europea, queste industrie sono responsabili, in tutto o in parte, di 2,7 milioni di morti all’anno uccidendo ogni giorno almeno 7000 persone solo in Europa.