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Istat, l’Italia invecchia

Censimento 2024, continua il lieve calo della popolazione

Dicembre 19, 2025
in Tendenze e Società
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Fine anno, momento di studi e riflessioni. Puntuale arriva il report dell’Istituto nazionale di Statistica a fare un quadro degli italiani di oggi, e forse di domeni.

Italiani sempre più anziani

Qualche numero; al 31 dicembre 2024 la popolazione residente è pari a 58.943.464 individui. Rispetto alla stessa data del 2023, riscontriamo un decremento di 27.766 unità, pari a -0,5 per mille. Il calo di popolazione su base nazionale riflette dinamiche territoriali non omogenee, che vedono decrementi relativi più intensi nel Sud (-2,5 per mille) e nelle Isole (-2,8 per mille) e una diminuzione più lieve al Centro (-1,0 per mille). Al contrario, nel Nord-ovest e nel Nord-est si osservano incrementi (rispettivamente +1,4 e +1,2 per mille). “E’ l’allarme sullo spopolamento delle aree interne, che l’UCI ha lanciato da diverso tempo”, il commento del Presidente dell’UCI, Mario Serpillo.

La dinamica regionale

Tra le regioni, si registrano variazioni negative della popolazione in tutte quelle del Mezzogiorno (con un picco di -6,1 per mille in Basilicata) e del Centro (-1,9 per mille in Umbria). Nel Nord, invece, fatta eccezione per la Valle d’Aosta (-2,8 per mille) e per il Friuli-Venezia Giulia (-1,1 per mille), la popolazione cresce in ogni regione, con un massimo del +4,0 per mille nella Provincia autonoma di Bolzano.

L’apporto numerico degli stranieri

La dinamica positiva della popolazione straniera concorre a contenere la flessione della popolazione a livello nazionale e a sostenere la lieve crescita riscontrata nel Nord. Infatti, al 31 dicembre 2024, gli stranieri residenti ammontano a 5.371.251 individui (+22,4 per mille rispetto al 2023) e la loro incidenza sul totale della popolazione residente raggiunge il 9,1% (era pari all’8,9% nel 2023). Sarebbe poi interessante comprendere l’impatto di tale dato sul monte contributivo dell’Inps, “anche questo è un tema delicato che come UCI stiamo cercando di mettere a sistema”, conclude il Presidente Serpillo.

Meno comuni in calo demografico rispetto al 2023

Nel 2024 il 56,1% dei 7.896 Comuni italiani (4.429 Comuni) perde popolazione rispetto all’anno precedente (nel 2023 questa quota era pari al 57,8%). Nei 3.467 restanti Comuni, in cui complessivamente risiedono 25 milioni e 320mila persone, si osserva invece un aumento.

Il calo di popolazione interessa soprattutto i Comuni con oltre 100mila abitanti e quelli più piccoli fino a 5mila. Nei primi, in cui risiede il 23,2% della popolazione, si rileva un saldo complessivo negativo rispetto al 2023 pari a 17mila individui. In particolare, tra i 44 Comuni con oltre 100mila abitanti, 27 perdono popolazione (27.504 residenti in meno), mentre per i restanti 17 il saldo è positivo (10.042 residenti in più). Tra i Comuni fino a 5mila abitanti, che rappresentano circa il 70% dei Comuni in cui vive il 16,4% della popolazione totale, poco meno di 6 su 10 perdono popolazione, con un saldo complessivo negativo rispetto al 2023 di 15mila individui.

Nei Comuni da 20 a 50mila abitanti e in quelli da 50 a 100mila, più della metà perde popolazione rispetto all’anno precedente (rispettivamente il 54,7% e il 53,8%). Invece, nei Comuni da 5mila a 20mila abitanti, più della metà (51,4%) registra una variazione positiva, con un saldo complessivo pari a +5mila residenti.

Roma, con 2.747.290 residenti, è il Comune con la popolazione più numerosa e, come lo scorso anno, mostra una variazione negativa (-4.457 individui). Morterone (in provincia di Lecco), con appena 32 abitanti, mantiene il primato di Comune meno popolato del Paese.

La struttura della popolazione per sesso ed età

Prevalente la quota femminile nella popolazione residente, soprattutto tra gli anziani

Le donne, superando gli uomini di 1.200.030 unità, rappresentano il 51,0% della popolazione residente. Il rapporto di mascolinità è pari a 96 uomini ogni 100 donne.

Per effetto della maggiore longevità delle donne, il peso della componente femminile cresce progressivamente al crescere dell’età. Fino alla classe 40-44 anni si registra una prevalenza maschile, dovuta sia al rapporto biologico alla nascita costantemente a favore degli uomini (105-106 maschi ogni 100 femmine), sia alla marcata connotazione maschile degli immigrati dall’estero nelle età giovanili-adulte.

Sempre più lavoratori immigrati imiegati nei servizi

A partire dalla classe 45-49 anni prevalgono le donne con una quota sempre maggiore che cresce nelle età più avanzate, arrivando a rappresentare il 64,6% dei grandi anziani (85 anni e più) e l’82,4% degli ultracentenari.

A livello regionale il rapporto di mascolinità più alto si registra per il secondo anno consecutivo in Molise (98,6), seguito dal Trentino-Alto Adige (98,3) che, fino al 2022, aveva l’indice più elevato. Il valore più basso si registra in Liguria (93,9).

Nonostante il quadro generale, esistono contesti locali in cui prevale la componente maschile: sono 3.130 i Comuni in cui il numero di uomini supera quello delle donne. Il record è stato registrato nel Comune di Salza di Pinerolo che, con appena 61 residenti, presenta un rapporto di mascolinità pari a 190,5 (era 184,0 nel 2023).

Sempre più alto il numero dei grandi anziani

Al 31 dicembre 2024 l’età media della popolazione è pari a 46,9 anni (48,2 anni per le donne e 45,4 anni per gli uomini), in ulteriore crescita, di oltre tre mesi, rispetto al 2023. Rispetto alla stessa data dell’anno precedente la quota di individui di 0-14 anni è calata dal 12,2% all’11,9%.

La popolazione in età attiva (15-64 anni), pari al 63,4%, si riduce ulteriormente di un decimo di punto, mentre cresce quella con almeno 65 anni di età, dal 24,3% al 24,7%. In aumento anche il numero dei grandi anziani (85 anni e più), che raggiungono 2 milioni e 410mila individui (+90mila in un anno) e rappresentano il 4,1% della popolazione totale.

Prosegue il processo di invecchiamento della popolazione che accomuna tutte le realtà del territorio, sebbene si osservi una certa variabilità nei livelli e nella velocità. La Campania continua a essere la regione più giovane con un’età media di 44,5 anni, seppur in costante aumento (era 44,2 nel 2023 e 43,9 nel 2022). La Liguria resta la regione più anziana, con un’età media di 49,6 anni, seguita dalla Sardegna (49,2 anni).

Ordona (in provincia di Foggia) è il Comune più giovane di Italia, con un’età media di 37,6 anni, mentre Villa Santa Lucia degli Abruzzi (provincia dell’Aquila), con soli 83 abitanti, è quello con l’età media più alta, pari a 65,2 anni.

La piramide delle età, che rappresenta la struttura per età e sesso della popolazione, mostra il forte squilibrio a favore della componente anziana. Confrontando la numerosità degli individui di 65 anni e più con quella dei bambini sotto i 6 anni, nel 2024 si contano per ogni bambino 6 anziani a livello nazionale (erano 5,8 nel 2023, 5,6 nel 2022, 3,8 nel 2011).

Il fenomeno dell’invecchiamento

L’indice di vecchiaia, che misura il numero di persone di 65 anni e più ogni 100 giovani di 0-14 anni, passa dal 200% nel 2023 al 208% nel 2024 (era pari al 149% nel 2011). I valori più bassi di tale indicatore si registrano in Campania e in Trentino-Alto Adige (rispettivamente 161% e 162%), mentre i valori più alti in Liguria e in Sardegna (283% per entrambe).

 

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