La ricerca scientifica chiamata in causa per cercare di avere, in un futuro vicino, un grano, alimento base di gran parte dell’umanità, capace di resistere meglio ai cambiamenti climatici. E’ l’obiettivo dell’accordo perfezionato in queste ore tra l’Italia ed il Messico.

Gli attori in campo
Il Crea, con il suo centro Cerealicoltura e Colture Industriali, rappresenta ancora il fulcro della ricerca italiana sulla filiera del grano duro e raccoglie la tradizione secolare del miglioramento genetico, iniziata dal genio di Nazareno Strampelli. Il grano “Senatore Cappelli“, creato a Foggia, ha rivoluzionato l’agricoltura italiana del ‘900, e il suo Dna è presente nell’80% dei grani duri coltivati nel mondo.
Il Cimmyt è leader mondiale nella ricerca su mais e frumento, parte dell’organizzazione internazionale Cgiar (Consultative Group for International Agricultural Research), ma è anche l’erede del Premio Nobel per la Pace Norman Borlaug, padre della “Rivoluzione Verde”, che ha salvato milioni di persone dalla fame. La sua banca del germoplasma è la più importante del pianeta e la sua missione, pur focalizzata sul Sud del mondo, prevede la libera condivisione di materiali genetici avanzati anche con Paesi come l’Italia. Molte delle varietà di grano duro coltivate in Italia derivano, direttamente o indirettamente, dal materiale genetico prodotto dal Cimmyt in Messico.
Il perchè di un accordo internazionale
L’accordo prevede quattro pilatri strategici: sviluppo di nuove varietà, interscambio tecnologico e metodologico, condivisione di dati e risorse, formazione e mobilità. Il materiale genetico d’eccellenza del Cimmyt, adattato a climi aridi e caldi, si unirà con l’esperienza del Crea nel selezionare varietà adatte all’ambiente mediterraneo e confacenti alle esigenze qualitative dell’industria pastaia italiana.
Sarà predisposto l’accesso reciproco ai protocolli più innovativi per la selezione assistita da marcatori, la selezione genomica e le tecniche agronomiche sostenibili, quali, agricoltura conservativa, gestione dell’acqua e dei nutrienti. Verrà potenziato lo scambio, già esistente ma informale, di linee genetiche promettenti.

Ciò permetterà ai ricercatori italiani di avere a disposizione un bacino di diversità genetica enormemente più vasto per i loro programmi di breeding. Infine, sarà costituito un “ponte” permanente tra Italia e Messico per ricercatori, dottorandi e tecnici per garantire un aggiornamento costante delle competenze e la formazione di una nuova generazione di genetisti italiani di profilo internazionale.