Dopo un 2024 non fruttuoso, il miglioramento per la stagione bieticola rappresenta l’aspettativa dell’intero comparto.
L’avvio della raccolta delle bietole, provenienti dagli areali di Veneto, Emilia-Romagna, Marche, ma anche Lombardia, Friuli e Piemonte, consegna una pianta oggi mediamente sana in grado di rispondere positivamente all’andamento climatico, ma non mancano gravi criticità. Soprattutto nell’area veneta si registrano situazioni allarmanti a causa di numerosi attacchi d’insetti, prolificati con l’incremento delle alte temperature, che rischiano di mettere a repentaglio le coltivazioni.
Le cause principali di questo pericolo incombente sono attribuibili all’attività dannosa provocata dal Lisso (insetto sconosciuto fino a pochi anni fa) e anche dalla Spodoptora. Oggi la loro presenza crea una vera e propria azione distruttrice a numerose coltivazioni fino ad alcuni giorni fa in corso di piena maturazione. La preoccupazione è che possa espandersi rapidamente anche negli altri comprensori. I trattamenti disponibili sono già stati eseguiti ma, complice l’alta temperatura che ne ha ridimensionato in maniera sostanziale l’efficacia, rischiano di complicare o addirittura compromettere il lavoro dei nostri bieticoltori.
Gli studi ci confermano che negli ultimi 20 anni sono stati persi ben 53 principi attivi autorizzati sulle bietole a livello europeo e come spesso accade non sono stati sostituiti con alternative valide. Ciò sta diventando insostenibile per la produzione italiana, ancora di più pensiamo che abbiamo accordi di importazioni di zucchero senza dazi, da paesi come il Mercosur o l’Ucraina, che non rispettano i nostri standard di produzione in termini di sicurezza per i produttori, ma soprattutto per i consumatori, potendo utilizzare fitofarmaci a noi vietati.