Alla fine il riconoscimento è arrivato. Con l’approvazione della Manovra, l’enoturismo conquista il suo primo quadro normativo, dopo ben 25 anni di attività. Lo riferisce la filiera del turismo del vino (Unione Italiana Vini, Movimento turismo del vino, Città del vino, Federazione italiana vignaioli indipendenti), in rappresentanza di un settore che oggi genera un indotto turistico di quasi 3 miliardi di euro l’anno e che, da oggi, potrà avere tante armi in più in favore dei territori rurali e del vigneto Italia.
Il testo prevede la possibilità di fatturare degustazioni, visite in cantina, pacchetti enoturistici e vendemmie esperienziali, equiparando la disciplina fiscale di queste pratiche a quella delle attività agrituristiche per gli imprenditori agricoli. Per la filiera si tratta di una fondamentale spinta verso il futuro dell’enoturismo, che andrà ora meglio definita attraverso le relative modalità attuative e con l’iter parlamentare del ddl Stefàno.
Quest’ultimo, oltre alle discipline già approvate, aggiungerà altri elementi importanti quali la certificazione e la formazione degli operatori enoturistici, la cartellonistica stradale, la creazione di un osservatorio sull’enoturismo.