Il miele è antibatterico, antiossidante ed energizzante, aiuta la naturale cicatrizzazione dei tessuti, ha un’azione disintossicante. Non a caso, è definito nettare degli dèi. Il nettare viene utilizzato non solo come dolcificante ma anche come condimento, conservante, a scopi cosmetici e in medicina. Oggi più 1 italiano su 2 lo consuma settimanalmente: il 21,2% lo fa 5 o più volte a settimana (e ben il 17,4% tutti i giorni) e il 32,3% lo fa da 1 a 3 volte a settimana.
Il momento in cui viene consumato di più è al mattino per oltre il 70% degli italiani, con circa 4 connazionali su 10 (37,1%) che lo usano come spuntino di metà pomeriggio. Meno diffuso l’utilizzo a pranzo o a cena (rispettivamente 5,2% e 7,1%), come emerge dall’indagine AstraRicerche “Gli Italiani e il miele” per Gruppo Miele di Unione Italiana Food.
Nell’ultimo anno quasi 4 italiani su 10 (36,5%) hanno aumentato il consumo di miele, con un 10,4% che lo ha incrementato di molto. Con un consumo pro capite di 400/450 grammi, il miele è prevalentemente consumato come dolcificante nelle bevande calde o fredde (54,5%), spalmato su pane o fette biscottate (46,9%) o anche così come è, al cucchiaio (38,1%).
Il suo utilizzo in cucina è legato alla preparazione di dolci (34,9%), con i formaggi (33,6%), nello yogurt (29,6%) e meno nei secondi di carne o pesce (7,1%).
I consumatori di miele non si considerano suoi veri conoscitori: meno della metà dichiara di conoscere molto o abbastanza bene il miele (40,8%), con quasi 4 italiani su 10 (38,5%) che dichiarano di volerne sapere di più su come utilizzarlo al meglio nella ricettazione.
L’identikit nutrizionale del miele
Cento grammi di miele forniscono poco più di 300 Kcal, con 80,3 grammi di zuccheri solubili, acqua (18 grammi) e proteine (0,6 grammi). Contiene inoltre minerali quali sodio (11 mg), potassio (51 mg), calcio (5 mg), magnesio (3 mg), fosforo (6 mg), ferro (0,5 mg) e vitamine come riboflavina (0,04 mg), niacina (0,30 mg), vitamina c (1 mg).
Non contiene amidi, lipidi e colesterolo. L’assunzione giornaliera di zuccheri semplici, per un adulto che abbia un fabbisogno di 2000 kcal al giorno, sarebbe bene non superasse il 10% dell’introito calorico che corrisponde a 200 kcal (solo da zuccheri semplici), e questo corrisponde al massimo a circa 60 grammi di miele (se utilizzato come unica fonte di zuccheri nella propria dieta).

“Il miele contiene glucosio e fruttosio, zuccheri semplici e polifenoli e, soprattutto quello di acacia o castagno, può avere un indice glicemico, cioè la variazione della glicemia nell’unità di tempo, minore rispetto all’incremento che si osserva rispetto allo zucchero – afferma il biologo nutrizionista – Una parte degli zuccheri contenuti nel miele fermentano nell’intestino comportandosi come sostanze prebiotiche che vanno a nutrire la flora batterica intestinale, rafforzando il microbiota intestinale e favorendo la crescita di batteri “buoni” (come i Bifidobatteri). Inoltre, come fonte straordinaria di zuccheri semplici (fruttosio e glucosio sono presenti dall’85% al 95%), rappresenta un cibo altamente energetico con un potere dolcificante superiore allo zucchero bianco nonché fonte di energia che il nostro organismo può sfruttare. Per questo, potrebbe essere consigliato agli atleti prima o dopo l’attività fisica”.